Ultimo aggiornamento: 2/12/11
 

I TROFEO CICLISTICO “CORO VALLE DEI LAGHI”: LA TIONE-CORNISELLO-TIONE

 
E’ stata una giornata memorabile, quella di domenica 28 agosto 2011, che ha visto protagonisti 13 intrepidi ciclisti, 13 leoni indomabili che messi di fronte alle asperità di un tracciato che non ha mai dato tregua, dopo una lotta eroica, sono riusciti a portare a termine la loro impresa ovvero la prima edizione della Tione – Cornisello – Tione, valida per il trofeo ciclistico “Coro Valle dei Laghi”.
Alla partenza si presentano in 13 ciclisti; di questi ricordiamo i 4 coristi del Valle dei Laghi: i temibili fratelli Fraveggio-Lussemburghesi Giorgio e Mario Bressan, poi il grande scalatore di origini basche, ma conosciuto ormai da tutti come il caudillo di Lasino, Francisco Franco Benigni ed infine il corridore di casa, il Triestino-Rendenese Piergiorgio Romeri. Gli altri 9 partecipanti fanno parte del numeroso ed agguerrito gruppo dei parenti, simpatizzanti e amici del Valle dei Laghi. Al seguito almeno una ventina di persone che viaggia nelle ammiraglie, guidate dal Presidente Giorgio Giovanazzi.
Al via si comincia con un’andatura turistica, che consente ai corridori di ammirare i panorami della Val Rendena, resi ancora più incantevoli da una giornata baciata da uno splendido sole. Si percorre tutta la Val Rendena lungo la pista ciclabile senza eccessiva fretta fino a raggiungere Carisolo. Da lì ha inizio la vecchia strada che conduce a Sant’Antonio di Mavignola con un primo tratto in falso piano ed una seconda parte di circa 3,5 chilometri con salita costante al 7% – 10%. Partono i primi attacchi condotti da i più giovani; l’andatura aumenta ma tutto sommato non si soffre molto visto che si viaggia ancora coperti dall’ombra degli alberi, in un clima gradevolissimo.
All’arrivo a Sant’Antonio di Mavignola è prevista una breve sosta per il rifornimento acqua ed una volta ricompattato il gruppo ci si dirige all’ingresso della Val Nambrone. Ora la situazione incomincia a farsi più seria. Il primo tratto di salita fino al Rifugio Nambrone provoca la spaccatura del gruppo in due tronconi: il primo è guidato dalla coppia Benigni e Romeri, mentre nel secondo rimangono attardati i fratelli Bressan. Giorgio procede muovendo le sue lunghe leve da passista cercando di non perdere contatto con i primi mentre Mario si accontenta di rimanere nel gruppo dei velocisti.
Una volta superato il Rifugio Nambrone i corridori si possono rilassare percorrendo un breve tratto di piano. Ma si tratta solo della quiete prima della tempesta. Già qualcuno inizia a sollevare lo sguardo preoccupato in alto e ciò che gli occhi increduli di questi poveri sciagurati intravedono, blocca sul nascere ogni velleità di protagonismo, spegnendo lo spirito combattivo. Una ripidissima parete di roccia che metterebbe in difficoltà anche Reinhold Messner, da cui non si riesce a scorgere la strada. "Ma non dovremo mica passare da lì, vero?" dice qualcuno. Nessuno risponde. Il gruppetto procede ormai in silenzio, con animo rassegnato, verso l’ignoto. La tensione è altissima. Si sente solo il rumore delle biciclette in movimento. C’è un ponticello da superare dopo il quale la strada torna a salire. Ma ecco che arriva la scossa. Dal gruppetto di testa scatta all’improvviso il caudillo, Franco Benigni, che trova pane per i suoi denti quando le salite si fanno ripide. Alla sua ruota si porta Piergiorgio. In pochissimi metri i due corridori fanno il vuoto. Arrivati al primo tornante dal gruppetto degli inseguitori vengono lanciate grida incomprensibili indirizzate alla coppia di testa. La strada sale ancora. I primi tornanti vengono superati velocemente. La strada sale sempre di più: 18%, 19%, aiuto!!! 21%. Franco non molla di un centimetro. Si ha la sensazione che voglia emulare il suo ex compagno di squadra, lo scalatore spagnolo Marino Lejarreta. Ad un certo punto ha inizio un lungo tratto di strada rettilineo e ripidissimo che non da respiro. Attenzione! Franco molla un attimo. Inserisce un rapporto più agile mentre Piergiorgio riesce a mantenere il rapporto iniziale e passa al comando. La coppia di testa procede insieme ancora per un po’ fino a quando Franco incomincia pian pianino a staccarsi da Piergiorgio. Franco sembra stanco, forse perché non conoscendo bene il percorso è rimasto spiazzato dal lungo rettilineo ripido che non gli ha dato la possibilità di rifiatare. La rimonta ormai appare difficile e il distacco da Piergiorgio aumenta. Radio Corsa intanto comunica una notizia che mai avremmo voluto sentire: Mario Bressan in piena crisi non riesce a tenere la ruota del gruppo di coda e chiede aiuto ai turisti che sono assiepati ai lati della strada.
Manca ormai poco al Rifugio di Cornisello, la pendenza della strada si fa meno aspra e Piergiorgio procede con più tranquillità verso il traguardo. Gli ultimi chilometri si percorrono senza colpi di scena, a parte un gruppetto di mucche che blocca la strada, e i corridori possono godersi lo splendido scenario del Gruppo del Brenta che appare davanti a loro. Finalmente Piergiorgio taglia il traguardo di Cornisello e dopo una manciata di minuti lo raggiunge l’indomito Franco. Via via arrivano tutti gli altri. Non si vedono ancora i fratelli Bressan. Ecco che in lontananza appare la maglia rossa di Giorgio che con passo da cronoscalatore si avvicina al traguardo. Ormai a pochi metri affronta l’ultimo tratto sterrato, fresco come una rosa. Di Mario invece nessuna notizia. Anche in Lussemburgo gli appassionati di ciclismo sono in ansia, in attesa che ci siano degli aggiornamenti sulla situazione del loro beniamino. Poi, tutt’ad un tratto appare l’inconfondibile sagoma dell’ex Presidente del Valle dei Laghi, che con il sorriso sulle labbra, si accinge a concludere il proprio Calvario. Giornalisti e fotografi si ammassano per documentare questo straordinario evento ed il buon Mario, nonostante l’immane fatica, riesce a distribuire sorrisi, battute ed una buona parola per tutti.
Riunitisi i gruppi dei ciclisti con quello degli amici e familiari, ci si avvia all’interno del rifugio per dare inizio al meritato pranzo. All’appello mancano solamente il Presidente e la First Lady del Valle dei Laghi. Dove saranno mai? Ormai giunti al dessert, eccoli che fanno la loro entrata trionfale in sala da pranzo. Il Presidente, come un buon padre, si interessa della salute e dello stato fisico dei suoi coristi ed una volta tranquillizzatosi, incomincia ad assaggiare il cibo da più piatti presenti ancora in tavola, nonostante abbia detto che lui aveva già mangiato al Rifugio Segantini.
L’avventura ormai si sta concludendo e ci si incomincia a preparare per far ritorno a Tione. Il percorso è tutto in discesa e si può fare in pieno relax. Le ultime emozioni ci sono regalate dai due ragazzi del ’65, Mario e Piergiorgio, che lungo i tornanti a strapiombo, riescono ad intonare a due voci le note del “Magnano”. Ancora oggi, chi risale la Val Nambrone, può sentire risuonare l’eco di quella canzone.
Arrivati a Tione il giro ha termine. I complimenti e le pacche sulle spalle si sprecano. Si prendono in giro tutti quei coristi che sono rimasti a casa e ci si augura che alla prossima edizione, la partecipazione dei coristi del Valle dei Laghi sia più numerosa.
P.R.